giovedì 10 gennaio 2019

Sagan si è fermato a Monteguiduccio

Salendo verso Monteguiduccio in una splendida giornata invernale

La quarta tappa della prossima Tirreno Adriatico è un trabocchetto. Non si può sicuramente giudicare dal profilo altimetrico, visto cha appare scarso, così come voluto da RCS per tutta l’edizione 2019 della corsa dei due mari. Le insidie stanno nascoste tra i segreti delle colline che in pochissimi conoscono. Pochi punti di riferimento, numerose contropendenze, salite brevi e difficili che l’altimetria non riesce a rendere. La tappa parte da Foligno e dopo essere entrata nelle Marche, evitando accuratamente l’Appennino, si presenta a Fossombrone una prima volta. La città chiude la bassa vallata del fiume Metauro e la tappa si snoda da qui in direzione mare (senza mai avvicinarvisi), sulle colline della sponda sud del fiume per poi attraversarlo a Calcinelli e ritornare sulle colline della sponda nord. 
Il profilo altimetrico della 4a tappa della Tirreno Adriatico 2019


Merita sicuramente un post la salita dei Cappuccini, proprio sopra Fossombrone, che verrà scalata due volte prima del finale. Per adesso ci siamo voluti dedicare al gran premio della montagna che precede questo epilogo, spinti dalla curiosità verso uno dei paesi più remoti ed isolati della provincia di Pesaro: Montegiuduccio. Prima di tutto bisognava capire dove transiterà la corsa, perché le informazioni ufficiali a disposizione non sono ancora dettagliate, e così ci siamo messi a studiare le strade andando pure per esclusione. Via le sterrate, via la principale opzione che parte da Ponte degli Alberi, che verrà affrontata in discesa. Rimane una serie di stradine strette e poco battute che avevo già affrontato in altre occasioni, senza mai giungere sino al paese. In particolare avevo in mente un bivio, un bivio nascosto che mi puzzava di trabocchetto, visto che sono poco amante delle pendenze ardite. Ne parleremo più avanti.
La planimetria della salita


L’appuntamento con Angela e Giovanni è nella piazzetta di San Costanzo, sulle ultime colline del Metauro che già guardano il mare. Ci scaldiamo con l’ultimo sole del 2018, è il 30 Dicembre ed è una splendida giornata. Si pedala verso Fossombrone sulle colline a sud del fiume sino a raggiungere Piagge per scendere a Calcinelli, dove per la prima volta incontriamo il percorso di gara (km 159), e transitiamo sul Metauro. Evitiamo accuratamente la salita di Cartoceto (km 165 circa) che aggiungerebbe solo fatica e chilometri. Qui un breve inciso; sorvoliamo anche sulle salite che precedono (Sorbolongo km 129 ed Orciano km 144) non perché non siano interessanti ma perché sebbene siano un degno antipasto del finale, esse non sono decisive. Si tratta comunque di strade sempre varie, ricche di saliscendi, e di pendenze assassine. Da 100 km al traguardo questa tappa non concede tregua.
Pedalare nelle Marche significa imbattersi in paesaggi splendidi

Eccoci dunque finalmente di fronte alla salita del giorno, superato l’abitato di Tavernelle la strada Flaminia presenta una breve discesa per poi riacquistare quota per giungere nei pressi di Sterpeti. Qui il bivio a destra verso la Strada Fontecasale. Una volta per tutte i freddi numeri non sono in grado da soli di descrivere le difficoltà da affrontare. Dal bivio della Flaminia alla cima trascorrono 11,7 km ad una pendenza media del 2,8%, ma si tratta di una salita molto irregolare, con diverse contropendenze, anche significative.
La prima parte della salita sino a Montefelcino presenta un solo momento di reale difficoltà

La vista si apre sui colli della Val Metauro

La strada si impenna dolcemente e risale la collina con la vista che si allarga mano a mano che si sale. La strada è stretta ma ottimamente asfaltata e già si vedono le mura del borgo di Barchi quando si comincia a sudare su pendenze comunque ancora semplici. Si alternano brevi tratti all’8% ad altri più agevoli, sino ad una lieve contropendenza che annuncia un primo tratto impegnativo di trecento metri che porta sulla strada principale diretta a Montefelcino, la provinciale 48. Ma per giungere al paese manca ancora più di un chilometro, anche questo irregolare. 

La seconda parte della salita è la più irregolare con un lungo tratto in discesa


Dopo un breve conciliabolo ed una conta delle forze rimaste decidiamo di procedere verso l’ignoto. Siamo attirati dall’idea di pedalare su una strada poco battuta, ed allo stesso tempo ne abbiamo rispettoso timore. Come scopriremo, le nostre riserve sono giustificate. Dopo il paese di Montefelcino si continua a salire per altri 1,5 km, sempre alternando agevoli falsipiani a strappi più impegnativi, che comunque non riservano sorprese. Si transita davanti al cimitero ed al ristorante Il Torchio, che anticipa il bivio verso Montemontanaro, che ignoriamo. La strada si allarga e poi scende in modo deciso per quasi due chilometri per ripartire verso l’alto su un tornante a sinistra, e stavolta si è subito oltre l’8% e su questa pendenza, adesso regolarissima, procediamo per oltre mezzo chilometro sino ad un tornante a destra. 
Il bivio verso la chiesetta di San Pancrazio da inizio alle vere "danze"

Su l’esterno di questo tornante si cela dietro una quercia un bivio da cui parte strada piuttosto stretta, quasi invisibile, non fosse per una serie di segnali stradali di pericolo e l’indicazione verso la chiesa di San Pancrazio. Manca solo il segnale di pericolo di morte, ma nel nostro animo il terrore ha già fatto capolino. 
Dal bivio alla cima è salita vera, a tratti durissima

Finalmente, quasi in cima, si repira e si ricomincia ad apprezzare il panorama

La luce del sole è sempre più fredda e malinconica, ci infiliamo nel breve toboga in discesa chiedendoci dove andremo a sbucare e siamo subito serviti con un tornante a destra in contropendenza che decolla al 18%. Passiamo in tutta fretta ai rapporti più agevoli che abbiamo, e dopo pochi metri vorremmo averne ancora qualcuno da alleggerire. Il primo chilometro di salita ha una media del 12% ma i primi 600 metri sono tutti oltre il 18%. Le gambe bruciano ed i nostri cuori pompano quanto loro è possibile. Ci sono 4 tornanti, uno peggio dell’altro. Si sale violentemente nella boscaglia sino a che la vista non si apre sulla valle. Meravigliosa adesso. Alla cima manca ancora più di un chilometro ma il peggio è decisamente passato, perché la strada riprende nuovamente ad essere irregolare, non fosse per gli ultimi duecento metri, che sono ancora oltre il 12%. In cima alla salita il paese di Monteguiduccio non si è ancora rivelato, ma è ormai vicino, manca meno di mezzo chilometro tra discesa e falsopiano. Una porta accoglie l’ingresso in paese, ma la strada prosegue lambendolo. A noi non resta che fermarci al bar, per un caffè ed il piacere dell’aria calda della sala dove siedono una decina di anziani e dei ragazzi che giocano a boccette. Salutiamo e auguriamo buon anno, si respira aria di paese e per pochi minuti ci sentiamo dei loro. Fossombrone ed il suo arrivo sono ancora lontani, ma questa è un'altra storia.

4 commenti:

ika Oka ha detto...

articolo interessantissimo e come sempre molto piacevole

Michele Mazzieri ha detto...

Aspettati al più presto un riassunto e un collegamento a questo post su Salite delle Marche.
Il lavoro che hai fatto non è migliorabile e io sono molto contento
.

Alessandro Federico ha detto...

Gentilissimo, ma se vuoi i dati Garmin fammi sapere.

Alessandro Federico ha detto...

Grazie!