Il sole deve sorgere ancora quando
arrivo a Voltri. Alcuni pescatori stanno sulla riva, mentre l'aurora colora il
cielo. Odore di focaccia. Fremo. Tiro fuori la bici, aspetto ancora un momento
e poi parto, non riesco più ad attendere. Sono vent'anni che non pedalo più da
queste parti e adesso mi sembra di esserci stato ieri. Odore di salsedine, si
parte. Gli scogli, il tunnel, la spiaggia di Vesima, Arenzano e poi la
Colletta, sembrava più dura. Viaggio sulle ali dei ricordi e mi sembra di non
fare fatica. Una volta mi pareva chissà cosa, mentre oggi sono sciolto,
spedito. Più vecchio di vent'anni ma più allenato, più consapevole. Svolta,
entroterra e la strada sale, l'aria si fa subito fredda. Le rampe verso
Alpicella si fanno sentire, adesso si che si fa dura. Da lassù il mare sembra
oro, controluce. Si torna, riviera, Piani d'Invrea, Arenzano e focaccia alla
cipolla. Già si vede Crevari sulla collina, quella che una volta era la mia
salita test. Salgo gagliardo, sono nel mio. Batto agile il me stesso di
vent'anni fa. Poi due ultimi tornanti che proprio non ricordavo. Finita. La
salita e la giornata. Si torna verso Voltri. Su quell'ultimo lembo di città
dove tutto ha fine e tutto il resto ha inizio. Sembra rimasto tutto uguale a
quando venivo quaggiù appena patentato con la 126 rossa di mia madre. Quel
pezzo di spiaggetta, quanti ricordi. Laggiù quel baracchino, quello spoglio per
l'inverno, fu lì che diedi il primo bacio. O forse no, pensai solo di farlo.
Che importa, è passato tanto tempo. Tempo che non torna ed è bene che rimanga
dove un giorno l'ho lasciato. È ora di chiudere il cassetto dei ricordi, non
tornerò più qui, almeno per un po'.
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